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Il giardino

Piero Delfino Pesce curava con passione le piante del suo giardino alle quali aveva continuato a pensare anche quando si trovava in carcere: «inutile ti raccomandi – scrive alla moglie – la cura delle mie piante». A tale proposito Valeria Nardulli dice che Pesce «aveva profuso una cura particolare al meraviglioso giardino, ricco di piante pregiate, ancora oggi in parte esistenti. Su tutte svetta, in tutta la sua altezza, in un’aiuola di pietra, una palma simile a quella immortalata nella sua tela. Piante esotiche come l’araucaria, albero sempre verde proveniente dal Cile, o la feijoia, originaria dalla zona subtropicale, “dialogano” con il bagolaro celtis australis (spacca sassi), originaria dell’America del Nord. Arricchiscono il giardino specie più comuni come il nespolo o l'alloro, per la maggior parte scelte da Piero Delfino Pesce, che aveva la consuetudine di piantare un nuovo albero in occasione della nascita di ogni figlio. Le aiuole sono arricchite da panchine che invitano il visitatore a fermarsi per godere della frescura»*.
 
* V. Nardulli - M. Mininni - V. A. Leuzzi, Palazzo Martinelli Pesce. Una dimora storicaLiantonio Editore, Palo del Colle, 2010, p. 17.

 

 

 

 

 

 

Il «cdp» è diretto da Nicola Fanizza